CONTROLLO – La persona control freak
Il control freak è una persona che ha un forte bisogno di controllare ogni aspetto della propria e altrui vita. Non lascia spazio all’eventuale imprevisto imponendo il proprio modo di fare in tutte le circostanze. È dominante, autoritario, perfino invadente. Inoltre, è ansioso e spesso preoccupato per il futuro.
Questo atteggiamento, motivato dalla paura del caos e dell’incertezza, genera tensioni nella maggior parte delle relazioni in cui il control freak è coinvolto. Infatti, per il control freak non esiste il libero arbitrio altrui perché tutto deve passare sotto la propria ossessiva attenzione.
Essere un control freak potrebbe sembrare vantaggioso in termini di organizzazione ed efficienza ma a caro prezzo.
Controllare dà una momentanea sensazione di ordine anche se, in realtà, alimenta solo il circolo vizioso dell’ansia: più si controlla, più si rinforza l’idea che ci sia sempre qualcosa per cui stare in allerta. Inoltre, mancando la fiducia negli altri, il control freak non dà a sé stesso l’opportunità di vivere sane relazioni
IRONIA – Non pensare all’elefante rosa
L’effetto “ironico” della mente, scoperto dallo psicologo Daniel Wegner (1987), si verifica quando si pensa a qualcosa che si vuole evitare e che paradossalmente porta proprio a pensare a quella cosa anziché evitarla. Ad esempio, se qualcuno ci dice di non pensare ad un elefante rosa, è molto probabile che finiremo per pensare proprio a un elefante rosa…
Video estratto dal film Ghostbusters diretto da Ivan Reitman
L’effetto ironico della mente può essere affrontato con alcune strategie:
CONSAPEVOLEZZA – Essere consapevoli della qualità dei propri pensieri è il primo passo per gestirli in modo appropriato
ACCETTAZIONE – Accettare che la mente possa avere pensieri “ironici” o negativi e accoglierli senza giudizio aiuta a ridurre il loro impatto emotivo
DISTRAZIONE – Quando si notano pensieri “ironici” o negativi è buona cosa distrarsi facendo un’attività che richieda di concentrarsi sul momento presente
CAMBIO DI PROSPETTIVA – Cercare di guardare la situazione da un punto di vista diverso può ridimensionare i pensieri “ironici
GENITORI – Genitori elicottero: 5 possibili conseguenze
I “genitori elicottero” sono iperprotettivi nei confronti dei propri figli; li controllano e interferiscono continuamente nelle loro vite. Questo atteggiamento, anche se da molti erroneamente ritenuto una qualità del “bravo genitore”, ha effetti negativi sullo sviluppo psico-affettivo dei figli.
Di seguito 5 possibili conseguenze:
- Dipendenza e mancanza di autonomia. Essere costantemente indirizzati dai genitori porta all’incapacità di prendere decisioni in autonomia e ad un’immaturità generale.
- Bassa autostima. L’eccessivo controllo fa sì che i figli sviluppino poca o nessuna fiducia nelle proprie capacità e risorse.
- Rischio di ansia e depressione. I figli eccessivamente sorvegliati possono sviluppare stati di ansia e/o depressione a causa della costante pressione e delle continue aspettative imposte loro.
- Difficoltà nella gestione del te
NARCISISMO – 6 caratteristiche del narcisista covert
L’idea comune sui narcisisti è che siano esagerati ed estremamente riconoscibili per il loro senso di grandiosità e di superiorità sugli altri. Questa espressione, definita narcisismo overt (manifesto), è molto visibile, più facilmente identificabile e riconoscibile. Ma questa manifestazione del narcisismo non è l’unica. Esiste anche il narcisismo covert (nascosto) che si caratterizza invece per una maggiore insicurezza, vulnerabilità e fragilità di facciata.
Di seguito, 6 caratteristiche tipiche per riconoscere il narcisista covert:
1. Passivo aggressivo
Si prende gioco degli altri attraverso battute. Li incolpa e lavora dietro le quinte per farli fallire e ricavarne vantaggio. Raramente esprime rabbia in modo palese. Appare educato e cortese, sembra accomodante per poi attaccare in modo subdolo.
2. Chiuso e apparentemente timido
Tende ad essere molto insicuro e per questo evita il confronto. Stare lontano dagli altri limita il suo costante bisogno di paragonarsi e di dover essere all’altezza degli standard e
PSICOLOGIA – I 3 articoli più letti nel 2023
Come ormai tradizione di fine anno, segnalo i 3 articoli più letti nel 2023 da me scritti e pubblicati su questo mio sito.
Per il quinto anno consecutivo primeggia l’interesse verso “La paura di dire ti amo”. Al secondo posto entra in classifica l’approfondimento sulla Bioenergetica con l’articolo “I sette segmenti del corpo”. Infine, scende in terza posizione rispetto al 2022 “I segni indelebili del padre autoritario”.
Buona lettura e buon 2024!
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La paura di dire “ti amo”
Quando è stata la prima volta che hai detto “ti amo” a qualcuno? Quando è stata la prima volta che qualcuno lo ha detto a te? Alcune persone provano una tremenda difficoltà ad esprimere questo sentimento. Quali sono i motivi di tanta esitazione? Sembra che sia principalmente la paura ciò che queste persone restituiscono… continua a leggere
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I sette segmenti del corpo
articolo, psicologia, psicoterapia
VIOLENZA PSICOLOGICA – 5 forme di violenza subdola
Con violenza psicologica si intende una forma subdola di maltrattamento volta a manipolare e sopraffare l’altro. Infatti, la violenza psicologica è un vero e proprio abuso emotivo che porta la vittima a perdere se stessa, il proprio senso di identità e la propria dignità.
La violenza psicologica si esprime attraverso atteggiamenti e parole ben precisi, ripetitivi nel tempo, che possono essere alle volte palesi e altre volte più velati.
Di seguito alcuni esempi per aiutare a riconoscere le varie forme di violenza psicologica:
UMILIAZIONE E CRITICA: ti ridicolizza o fa battute pesanti e pungenti; svaluta il tuo lavoro/studio/interessi; fa commenti sprezzanti sul tuo aspetto fisico/abbigliamento/modo di fare o parlare.
CONTROLLO: ti fa sentire in colpa; ti impone il suo punto di vista; ignora la tua opinione; è eccessivamente geloso/a; pretende risposta immediata a chiamate o messaggi; impartisce lezioni su ciò che sarebbe giusto fare; alterna scoppi di rabbia a mom
ANSIA – 10 modi in cui l’ansia può manifestarsi
Sono 8,5 milioni gli italiani che almeno una volta nella vita hanno sofferto di disturbi d’ansia. Generalmente, i disturbi d’ansia insorgono tra l’adolescenza e la prima giovinezza con un’evoluzione lenta e cronica che può portare la persona ad interpretare i segnali d’ansia come un “normale” aspetto della propria personalità, un atteggiamento innato. Il risultato è che le persone non riconoscono l’ansia eccessiva come un problema psicologico, stringono i denti e si abituano a conviverci. Infatti, su 100 persone che soffrono di un disturbo d’ansia solo 20 decidono di rivolgersi ad un professionista della salute mentale e, di solito, lo fanno solo quando la situazione diventa davvero invalidante.
Di seguito alcuni dei modi più diffusi attraverso i quali può manifestarsi l’ansia:
- Essere controllanti
- Sentirsi molto preoccupati, agitati o arrabbiati
- Avere un atteggiamento di sfida o provocatorio
- Pretendere troppo da sé stessi
- Evitare attività, luoghi o eventi
- Difficoltà di concentrazione
- Insofferenza verso ciò c
PSICOTERAPIA – 5 validi motivi per andare in terapia
Negli ultimi anni stiamo assistendo ad un cambiamento culturale nei confronti della salute psicologica grazie al quale andare dallo Psicologo Psicoterapeuta non significa più essere etichettati come “pazzi”. Non sempre il singolo individuo può affrontare da solo ciò che gli accade emotivamente e non è raccomandabile improvvisarsi in un pericoloso “fai da te”. Per questo esiste la terapia.
Di seguito almeno 5 validi motivi per andare in terapia:
- Conoscere sé stessi e acquisire maggior amor proprio
- Districare i nodi relativi ai traumi del passato che possono condizionare ancora il presente
- Confrontarsi in modo imparziale senza essere giudicati
- Adottare nuove strategie mentali e comportamentali per gestire situazioni problematiche
- Relazionarsi con le persone che dovrebbero andare in terapia ma purtroppo non lo faranno
La potenza della parola nei riguardi delle cose dell’anima sta nello stesso rapporto della potenza dei farmaci nei riguardi de
FAMIGLIA – 10 dinamiche tipiche della famiglia narcisista
La famiglia narcisista è senza dubbio caratterizzata da un insieme specifico di dinamiche che si sviluppano e serpeggiano all’interno di questi gruppi di parenti. Uno o entrambi i genitori possono essere narcisisti così come anche alcuni figli, ma non è raro che possano esserci figure tossiche anche nella famiglia allargata (nonni o altri famigliari). Solitamente, il narcisista è il tiranno della famiglia intorno al quale tutto gira e tutti girano.
Non è facile riconoscere di essere intrappolati in dinamiche famigliari narcisiste dato che possono essere erroneamente scambiate come fatti naturali, retaggi culturali, tradizioni, abitudini consolidate. In realtà, queste famiglie condividono molti punti in comune che se riconosciuti possono aiutare ognuno a liberarsi dalla morsa patologica del narcisismo.
Di seguito 10 dinamiche tipiche della famiglia narcisista:
1_ È tutta una questione di immagine: si deve apparire migliori, perfetti e senza problemi agli occhi degli altri 2_ Ai bambini viene insegnato a fingere che tutto vada sempre bene per mantenere una finta facciata di armonia 3_ Non esiste una sana gerarchia nei ruoli: i bambini sono l
TRAUMA – 4 traumi infantili che influenzano la vita adulta
Molti degli accadimenti avvenuti nell’infanzia, quando non risolti, possono condizionare la vita adulta. In particolare, gli eventi traumatici segnano l’esistenza creando pattern comportamentali precisi in base al tipo di trauma subito.
Di seguito, alcuni comportamenti e stati psicologici indicatori di un trauma infantile che si esprime nell’età adulta:
_ TRAUMA DEL RIFIUTO
Fai facilmente ipotesi negative su ciò che pensano gli altri; sei diffidente nei confronti delle altre persone; è difficile per te scendere a compromessi; accontenti sempre gli altri; hai difficoltà a fidarti delle persone se devi mostrare i tuoi sentimenti.
_ TRAUMA DELL’ABBANDONO
Temi di essere lasciato o abbandonato; sei stato incapace di costruire relazioni sane nell’adolescenza e questo accade ancora nell’età adulta; hai scarsa autostima; sei ansioso ed insicuro; ti puoi sentire depresso o affranto.
_ TRAUMA DEL TRADIMENTO
Hai difficoltà a riconoscere, esprimer
PSICOLOGIA – I 3 articoli più letti nel 2022
Come consuetudine di fine anno, segnalo i 3 articoli più letti nel 2022 su questo sito internet e scritti da Dott.ssa Marcella Caria
Ormai per il quarto anno consecutivo primeggia l’interesse dei lettori verso l’articolo “La paura di dire ti amo”. Continua a mantenere ancora il secondo posto in classifica “I segni indelebili del padre autoritario”. Per la prima volta sul podio con il terzo posto l’articolo “10 segnali per riconoscere l’ortoressia”.
Buona lettura!
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La paura di dire “ti amo”
Quando è stata la prima volta che hai detto “ti amo” a qualcuno? Quando è stata la prima volta che qualcuno lo ha detto a te? Alcune persone provano una tremenda difficoltà ad esprimere questo sentimento. Quali sono i motivi di tanta esitazione? Sembra che sia principalmente la paura ciò che queste persone restituiscono… continua a leggere
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I segni indelebili del padre autoritario
amore, ortoressia, padre
ALESSITIMIA – Che cos’è l’alessitimia?
L’alessitimia o analfabetismo emotivo è l’incapacità di riconoscere, esprimere e distinguere i propri ed altrui stati emotivi. È un vero e proprio disturbo dell’elaborazione degli affetti che ostacola i processi di auto-regolazione e riorganizzazione delle emozioni. L’etimologia della parola, derivante dal greco, riporta proprio alla mancanza (alfa=assenza) di parole (léxis=parola) per le emozioni (thymós=emozione).
Le persone alessitimiche faticano a differenziare gli stati emotivi dalle sensazioni fisiologiche. Presentano una ridotta capacità immaginativa e onirica. Infine, hanno scarse abilità empatiche e spesso assumono comportamenti conformistici compensatori.
L’alessitimia può essere interpretata come una difesa inconscia alle sofferenze subite: si sceglie l’analfabetismo emotivo per evitare le emozioni (vissute come minacciose e destabilizzante). Sarà il corpo a dar voce all’emotività repressa attraverso svariate manifestazioni psicosomatiche.
Tra le cause dell’alessitimia, riveste un ruolo important
PSICHE – 10 Ottobre: giornata mondiale della salute mentale
La Giornata Mondiale della Salute Mentale (World Mental Health Day) è un’iniziativa che si celebra il 10 ottobre di ogni anno. Creata nel 1992 dalla Federazione Mondiale per la Salute Mentale (WFMH) e riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha il proposito di promuovere la consapevolezza e la difesa della salute mentale contro lo stigma sociale.
Non tutte le persone che soffrono di un disagio psicologico decidono di curarsi rivolgendosi a professionisti del settore. Tra i motivi la diffusa messa in atto, da parte della popolazione in generale, di una distanza sociale nei confronti di persone con problemi psicologici. Questo atteggiamento allontana ancora di più l’individuo con sofferenza psicologica dal cercare ed intraprendere una cura adeguata alla propria condizione clinica. È importante andare oltre lo stigma così che la paura di essere etichettato come malato non si frapponga alla ricerca di un aiuto professionale competente.
I disagi psicologici sono ancor oggi erroneamente considerati da molti un segno di debolezza, una sconfitta, una mancanz
DEPRESSIONE – 10 cose estremamente difficili da fare
La depressione è un disturbo psicologico complesso e subdolo, non sempre facile da riconoscere all’inizio. Per questo, è importante non sottostimare alcuni comportamenti di disimpegno verso qualsiasi (apparentemente banale) attività quotidiana.
Di seguito, 10 cose estremamente difficili da fare quando si è depressi:
- Fare la doccia
- Fare il letto
- Pettinarsi
- Controllare le e-mail
- Uscire di casa
- Fare la spesa
- Stare al telefono
- Pulire la casa
- Cucinare
- Alzarsi da letto
Queste azioni quotidiane non sono difficili da svolgere perché si è stanchi, deboli o sfaticati. Sono difficili perché si sta combattendo contro un nemico invisibile 24 ore al giorno, 7 giorni su 7.
Depressione. L’entusiasmo sottratto a se stesso si ricopre di nero.
E una tristezza più grande entra nella tristezza come un secondo corpo intollerabile – Fabrizio Caramagna
Riconoscere un disturbo depressivo al suo esordio è fondamentale. Più tempestiva è la diagn
SABOTAGGIO – 10 modi per sabotare se stessi
Sabotare se stessi significa porsi ostacoli e difficoltà mentre si sta cercando di raggiungere un obiettivo desiderato e/o vantaggioso. Questo, di conseguenza, significa arrecare un danno a se stessi.
Aumentare la consapevolezza sulle forme di auto-sabotaggio è il primo passo per cambiare il proprio comportamento e smettere finalmente di essere vittima di se stessi.
Di seguito, alcuni comportamenti tipici di chi sabota se stesso:
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Procrastinare continuamente
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Ignorare la necessità di una pausa/riposo
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Imporsi regole che sono troppo dure da seguire
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Complicarsi la soluzione di piccoli problemi
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Iniziare troppi progetti che non si possono poi finire
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Concedersi qualcosa solo se meritato
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Demotivarsi prima di aver provato
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Posticipare le cose da fare fino all’ultimo secondo
EMOZIONI – Segnali indicativi di un disturbo alimentare
In Italia sono circa 3 milioni le persone che soffrono di disturbi del comportamento alimentare, il 5% della popolazione. Il 96,8% sono donne e il 3,2% sono uomini. La fascia di età più colpita è 14-35 anni. Il cibo è spesso utilizzato per gestire sentimenti di inadeguatezza, fallimento, vuoto e solitudine.
Di seguito alcuni segnali, da non sottovalutare, che indicano un cattivo rapporto col cibo e/o un vero e proprio disturbo alimentare:
– Pensare ossessivamente al cibo
– Paura del cibo
– Paura di ingrassare
– Indossare abiti che nascondano il proprio corpo
– Essere inflessibili sulle calorie assunte
– Controllare ossessivamente peso e cambiamenti corporei
– Evitare gli specchi
– Paragonare costantemente il proprio corpo a quello degli altri
– Stanchezza continua
– Isolamento
– Eccesso di attività fisica
FELICITA’ – La chimica della felicità
Le sensazioni di felicità e buon umore sono create anche da una complessa interazione tra ormoni diversi. Con “ormoni della felicità” si fa riferimento a tutte quelle sostanze chimiche, rilasciate soprattutto a livello cerebrale, che contribuiscono positivamente al benessere psichico e fisico. Alcuni di questi processi possono essere incoraggiati sfruttando questa chimica a proprio vantaggio.
Di seguito sono elencati alcuni ormoni, la loro specifica funzione e alcuni piccoli suggerimenti per promuovere la chimica della felicità:
DOPAMINA: il mediatore del piacere e della ricompensa. Si può favorire la sua produzione ascoltando musica, vivendo nuove esperienze, ponendosi obiettivi (anche piccoli) per poi raggiungerli, dormendo a sufficienza.
SEROTONINA: lo stabilizzatore dell’umore. Meditare, fare esercizio fisico, stare a contatto con la natura, esporsi al sole e mangiare sano sono alcuni dei comportamenti che ne favoriscono l’aumento.
OSSITOCINA: l’ormone dell’amore. Si propizia l’aumento di questo ormone quando si socializza, si fa qualcosa di gentile per gli altri, si sta
CARATTERE – 5 diritti fondamentali e 5 tipologie caratteriali
Breve viaggio nella formazione del carattere secondo la bioenergetica
Lo psicoterapeuta Alexander Lowen, fondatore dell’analisi bioenergetica, ha individuato cinque diritti fondamentali che ogni bambino esprime sotto forma di bisogni durante la propria crescita. Il modo in cui ogni diritto viene accolto, frustrato o negato dai caregiver di riferimento incide sulla formazione del carattere della persona adulta.
Di seguito i cinque diritti fondamentali e i relativi sviluppi quando negati:
1. Diritto di esistere
Se negato si sviluppa un carattere schizoide contraddistinto dalla paura del contatto e dal ritiro. Nel periodo neonatale il bambino ha incontrato un ambiente freddo ed ostile. Non potendo reggere l’angoscia del rifiuto da adulto si rifugia nel mondo delle idee e dell’intelletto. Infatti, la persona con questo carattere è definita anche come “il sognatore”.
2. Diritto di essere accolto nella propria condizione di bisogno
Se negato si sviluppa un carattere o
PSICOLOGIA – I 3 articoli più letti nel 2021
Di seguito i 3 articoli più letti nel 2021 su questo sito internet, scritti da Dott.ssa Marcella Caria.
Per il terzo anno consecutivo primeggia ancora l’articolo “La paura di dire ti amo” a sottolineare l’acceso interesse per il tema delle relazioni, della fatica dell’impegno e dell’amore tormentato. Sale la classifica e conquista il secondo posto “I segni indelebili del padre autoritario”. Mantiene la posizione sul podio ma si piazza terzo l’articolo “Il peso psicologico del senso di colpa”.
Buona lettura!
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La paura di dire “ti amo”
Quando è stata la prima volta che hai detto “ti amo” a qualcuno? Quando è stata la prima volta che qualcuno lo ha detto a te? Alcune persone provano una tremenda difficoltà ad esprimere questo sentimento. Quali sono i motivi di tanta esitazione? Sembra che sia principalmente la paura ciò che queste persone restituiscono… continua a leggere
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I segni indelebili del padre autoritario
articoli, emozioni, psicologia
SINDROME – La sindrome della superiorità illusoria
Questa illusione della competenza porta la persona a:
- considerarsi esperta anche quando le esperienze suggeriscono il contrario
- non vivere gli insuccessi (quando perde non interiorizza la sconfitta)
- avere un’immagine di sé distorta sottovalutando i propri difetti
- credere fermamente nel proprio talento
- non rendersi conto delle effettive capacità degli altri
- convincersi che la propria opinione valga di più di quella degli altri
- sentirsi in diritto di giudicare
- non percepire la propria ignoranza
TRAUMA – 4 segnali del trauma
Gli eventi traumatici si presentano in molte forme. Il trauma può essere rappresentato dall’improvvisa perdita di una persona cara, dall’abuso fisico e/o psicologico, dall’abbandono, dalla perdita del lavoro, da un incidente, da calamità naturali e pandemie, da gravi malattie o da qualsiasi altro tipo di situazione tragica e inquietante. È qualcosa di straordinario che si traduce in uno shock emotivo, sia per chi lo subisce direttamente sia per chi vi assiste. Ansia, attacchi di panico, disturbi del sonno, senso di impotenza, affaticamento, iper-vigilanza, irrequietezza, instabilità emotiva, palpitazioni sono alcuni dei segnali fisici e psicologici che possono provare le persone traumatizzate. Questi sintomi possono nascere subito dopo l’evento traumatico ma, in alcune persone, possono manifestarsi anche dopo diversi mesi o anni. Detto ciò, è importante non sottovalutare la propria sofferenza e, in particolare, prestare attenzione a quattro segnali propri del disturbo post-traumatico da stress.
1. Flashback
La persona rivive il trauma attraverso incubi notturni o ricordi invadenti ed an
RELAZIONI – Fantasmi, zombie e briciole di pane
Gli smartphone, i social network e le chat di appuntamenti online hanno cambiato il modo in cui le persone si incontrano, flirtano e si innamorano. Come conseguenza, sono entrati in uso nel nostro linguaggio nuove terminologie, prese dalla lingua inglese, per indicare specifiche espressioni relazionali. È utile porre l’attenzione su questi neologismi dato che esprimono ciò che può accadere nella relazione e raccontano ciò che le persone vivono.
Ghosting, haunting, orbiting, zombieing e breadcrumbing sono nuove definizioni ma, in realtà, si riferiscono a comportamenti da sempre attuati. Le persone manipolavano e si prendevano gioco delle emozioni degli altri molto prima dell’avvento della comunicazione online. Il ruolo prevalente dei messaggi nella quotidianità e/o degli incontri online ne ha solo facilitato ulteriormente la diffusione. Queste relazioni sono caratterizzate da maggiore incertezza, paura dell’impegno e confusione nello stabilire legami affettivi.
▪ Ghosting
Il ghosting accade quando qualcuno a cui si è interessati scompare improvvisamente. Questa per
NARCISISMO – 5 aspetti del narcisismo e i loro retroscena
Le persone affette da narcisismo patologico presentano al mondo un’immagine di sé caratterizzata da un’aura di certezza, superiorità, attrattiva e forza. Eppure, più si approfondisce la relazione con un narcisista più si scopre qualcosa che non convince…
Se sono così sicuri, perché hanno tanta difficoltà a riconoscere ed ammettere la responsabilità dei propri errori?
Se sono così superiori, perché hanno bisogno di dominare e sottomettere gli altri?
Se sono così attraenti, perché hanno bisogno di costanti attenzioni?
Se sono così forti, perché sono facilmente destabilizzati da piccolezze?
Avere a che fare con i narcisisti può essere sconcertante e snervante. Per questo, sapere cosa si nasconde dietro la loro lucente facciata offre una prospettiva più ampia e una maggiore compassione nel relazionarsi con loro. Soprattutto, vedere dietro il sipario aiuta a stabilire dei sani e necessari confini alla relazione.
Di segui
Pubblicato in Amore, Mal D'Amore, Rapporti di Coppia, Articoli della Dott.ssa, L'importanza di Essere, Psicologia & Psicoterapia, Relazioni con gli altri da Dott.ssa Marcella Caria | Tags: narcisismo, personalità, relazioni
PSICOLOGIA – I 3 articoli più letti nel 2019
Di seguito i 3 articoli più letti nel 2019 su questo sito internet, scritti da Dott.ssa Marcella Caria.
Le preferenze dei lettori si sono orientate diversamente rispetto agli anni passati e, per la prima volta, il tema del senso di colpa perde il suo primato storico collocandosi in seconda posizione. L’interesse si è spostato sulla paura nelle relazioni, sulla fatica ad impegnarsi, sull’amore tormentato e così l’articolo “La paura di dire ti amo” scala la classifica e conquista il primo posto.
Il 2019 porta una novità anche al terzo posto conquistato dal bisogno di capire e gestire l’insonnia.
Buona lettura!
1. La paura di dire “ti amo”
Quando è stata la prima volta che hai detto “ti amo” a qualcuno? Quando è stata la prima volta che qualcuno lo ha detto a te? Alcune persone provano una tremenda difficoltà ad esprimere questo sentimento. Quali sono i motivi di tanta esitazione? Sembra che sia principalmente la paura ciò che quest
AUTORITÀ – I segni indelebili del padre autoritario
La differenza tra autorità ed autorevolezza è la differenza che c’è tra imporre e condividere e, su più ampia scala, tra colonizzare e incontrare. Alla base di quelle che vedremo essere delle reminiscenze difficili da scardinare, che ancora oggi la società occidentale approva ed esprime con noncuranza, c’è il rapporto con il padre autoritario.
Come moltissime situazioni sociali e relazionali si basano sull’applicazione dell’autorità – ovvero un’imposizione di una parte sull’altra per motivi “dovuti” – così il padre autoritario si impone nei confronti dei “propri” figli, in quanto considerati “di proprietà”. Naturalmente, un essere umano non può “appartenere” a nessuno.
Per esempio, un datore di lavoro autoritario esercita prepotenza – ovvero prepone potenza alla relazione – nei confronti del lavoratore attraverso la propria posizione gerarchica allo scopo di dominare la relazione. Se un padre reclama il proprio diritto alla paternità come leva psicologica per esercitare autorità, il datore di lavoro utilizza la propria posizione. In entrambi i casi, la leva permette alla figura autoritaria di soddisfare le proprie necessità,
PSICOLOGIA – I 3 articoli più letti nel 2018
Di seguito i 3 articoli che hanno attirato più interesse nei visitatori di questo sito internet nell’anno 2018, scritti da Dott.ssa Marcella Caria.
Buona lettura!
1. Il peso psicologico del senso di colpa
La funzione primaria del senso di colpa è di avvertire noi stessi che abbiamo fatto o stiamo per fare qualcosa che va contro i nostri principi (ad esempio comprare qualcosa che non rientra nel budget, giocare ai videogiochi invece di lavorare, imbrogliare, ecc…) o nuoce direttamente o indirettamente a qualcuno. Grazie alla sua sgradevolezza il senso di colpa svolge la fondamentale funzione di… continua a leggere
2. La paura di dire “ti amo”
Pubblicato in Articoli della Dott.ssa, Psicologia & Psicoterapia da Dott.ssa Marcella Caria | Tags: benessere, psicologia, psicoterapia
AZZARDO – Gioco d’azzardo: 4 errate convinzioni
Il gioco d’azzardo è un interessante fenomeno psicologico. Esistono numerose ricerche su come i processi psicologici possano influenzare il comportamento legato al gioco d’azzardo. Di seguito quattro tranelli molto comuni:
1. La fallacia dello scommettitore
La fallacia dello scommettitore riguarda l’errata convinzione che eventi accaduti nel passato influiscano sugli eventi futuri nell’ambito di attività governate dal caso. Di seguito alcune errate convinzioni:
– Un evento casuale ha più probabilità di verificarsi perché non si è verificato per un periodo di tempo;
– Un evento casuale ha meno probabilità di verificarsi perché non si è verificato per un periodo di tempo;
– Un evento casuale ha più probabilità di verificarsi perché si è verificato di recente;
– Un evento casuale ha meno probabilità di verificarsi perché si è verificato di recente.
2. Aspettative mutevoli rispetto alle possibilità di vittoria
In un recente esperimento, è
BENESSERE – Dare valore alla propria storia emotiva
La scelta di chiedere un aiuto psicologico spesso rappresenta la fine di un percorso fatto di dolore, angoscia e vane speranze di risolvere un problema da soli. Infatti, chi indugia nel chiedere un aiuto professionale può essere pervaso da pensieri negativi su di sé, motivazioni o giustificazioni che rendono difficile esprimere la richiesta di sostegno. Chiedere aiuto, ad esempio, può significare ammettere di non essere riusciti a superare una difficoltà da soli e per questo ci si deve confrontare col proprio vissuto di fallimento, con la paura di essere senza speranze, col timore di essere giudicati, col bisogno di fidarsi di qualcuno che si teme non capisca la propria situazione. Alle volte ci si rivolge ad altre figure professionali perché non si riconosce il problema come psicologico o si ritiene che lo psicologo sia colui che “cura i matti”.
I pregiudizi o la cattiva informazione bloccano la richiesta di aiuto consentendo al malessere di aumentare. Inoltre, nei casi in cui il sintomo sia vissuto nel corpo, è facile pensare che il problema sia esclusivamente medico trascurando completamente il peso della componente emotiva e psicologica.
Ogni giorno le nostre azion
SOLUZIONI – L’uovo di Colombo
Quando ci si trova di fronte ad un problema, è consuetudine comune ricercare la soluzione attraverso un approccio logico e razionale, circoscrivere il problema dentro una determinata inquadratura e cercarne la soluzione all’interno di essa. Si prende come assodato che una certa linea rappresenti i confini del problema e solo dentro questi confini sia possibile trovare una risoluzione. Molto spesso però questi confini non esistono e la soluzione è al di fuori di essi.
Attraverso la creatività, l’intuitività è possibile allontanarsi dai rigidi schemi di pensiero acquisiti per scoprire nuovi punti di vista e trovare nuove idee, soluzioni o approcci.
L’esempio dell’aneddoto dell’uovo, solitamente attribuito a Cristoforo Colombo, offre un possibile esempio di pensiero creativo. Durante una cena, alcuni gentiluomini spagnoli cercarono di sminuire l’impresa di Colombo, lo schernirono dicendo che la scoperta dell’America era stata in realtà un’impresa facile perché, per raggiungerla, era bastato mettere la prua verso ovest e veleggiare sempre in quella direzione. Colombo indign
SILENZIO – Una riflessione sul possibile ruolo della TV
Ci sono case nelle quali la televisione serve, non tanto per svago o necessità d’informazione… in queste case la TV copre un silenzio intollerabile, nasconde la consapevolezza della mancanza del dialogo e impedisce la possibilità di osservarsi. In alcune case il silenzio è insopportabile… allora si accende la TV, magari anche ad un tono di volume un po’ alto, così da riempire ogni angolo di silenzio, ogni frazione di incomunicabilità. Si teme non solo di incontrare l’altro accanto, ma anche se stessi. La TV satura e sembra proteggere dal contatto con se stessi e coi propri conviventi.
Altre volte si preferisce coprire col rumore della televisione la confusione relazionale, le domande degli altri e la voce del proprio pensiero. “Grazie” alla TV non si crea spazio per i pensieri e per le emozioni. Orecchi ed occhi sintonizzati sulla televisione per evitare il mondo intorno, per non parlare più, per non sentire più veramente le emozioni: il dolore, la frustrazione, la delusione, l’amarezza, ecc.
Nulla succede nella stanza, qui ed ora, ma tutto accade in TV, in un posto lontano. In un ambiente virtuale rapidamente adattabile alle proprie necessità, sen
PROCRASTINAZIONE – La procrastinazione: dieci cose da sapere
Il termine procrastinare deriva etimologicamente dal latino pro (avanti) e crastinus (domani), col significato di “rimandare al domani” allo scopo di temporeggiare o, addirittura, di non fare ciò che si dovrebbe.
Ci sono molti modi per complicarsi la vita e uno di questi è procrastinare. Le persone che procrastinano si danneggiano sabotandosi. Inconsciamente mettono ostacoli sul proprio cammino. Scelgono percorsi che danneggiano le loro prestazioni. Perché dovrebbero farlo?
Dieci cose da sapere:
1. Secondo le ricerche condotte alla DePaul University di Chicago e alla Carleton University di Ottawa, il 20% delle persone ammette di essere un procrastinatore cronico. Procrastinare, infatti, diventa uno stile di vita anche se disadattivo. Coinvolge tutti gli ambiti della vita. Ad esempio, non pagare le bollette in tempo, perdere opportunità favorevoli, non incassare buoni regalo o assegni, presentare la dichiarazione dei redditi in ritardo, etc.
autoregolazione, paura, procrastinare