CONTROLLO – La persona control freak
Il control freak è una persona che ha un forte bisogno di controllare ogni aspetto della propria e altrui vita. Non lascia spazio all’eventuale imprevisto imponendo il proprio modo di fare in tutte le circostanze. È dominante, autoritario, perfino invadente. Inoltre, è ansioso e spesso preoccupato per il futuro.
Questo atteggiamento, motivato dalla paura del caos e dell’incertezza, genera tensioni nella maggior parte delle relazioni in cui il control freak è coinvolto. Infatti, per il control freak non esiste il libero arbitrio altrui perché tutto deve passare sotto la propria ossessiva attenzione.
Essere un control freak potrebbe sembrare vantaggioso in termini di organizzazione ed efficienza ma a caro prezzo.
Controllare dà una momentanea sensazione di ordine anche se, in realtà, alimenta solo il circolo vizioso dell’ansia: più si controlla, più si rinforza l’idea che ci sia sempre qualcosa per cui stare in allerta. Inoltre, mancando la fiducia negli altri, il control freak non dà a sé stesso l’opportunità di vivere sane relazioni
ANSIA – 10 modi in cui l’ansia può manifestarsi
Sono 8,5 milioni gli italiani che almeno una volta nella vita hanno sofferto di disturbi d’ansia. Generalmente, i disturbi d’ansia insorgono tra l’adolescenza e la prima giovinezza con un’evoluzione lenta e cronica che può portare la persona ad interpretare i segnali d’ansia come un “normale” aspetto della propria personalità, un atteggiamento innato. Il risultato è che le persone non riconoscono l’ansia eccessiva come un problema psicologico, stringono i denti e si abituano a conviverci. Infatti, su 100 persone che soffrono di un disturbo d’ansia solo 20 decidono di rivolgersi ad un professionista della salute mentale e, di solito, lo fanno solo quando la situazione diventa davvero invalidante.
Di seguito alcuni dei modi più diffusi attraverso i quali può manifestarsi l’ansia:
- Essere controllanti
- Sentirsi molto preoccupati, agitati o arrabbiati
- Avere un atteggiamento di sfida o provocatorio
- Pretendere troppo da sé stessi
- Evitare attività, luoghi o eventi
- Difficoltà di concentrazione
- Insofferenza verso ciò c
PANICO – Come sopravvivere ad un attacco di panico
Inaspettato ed imprevedibile, l’attacco di panico fa sentire la persona indifesa e vulnerabile. L’attacco di panico può essere descritto come un momento di estrema ed improvvisa ansia che provoca paura di perdere il controllo, di impazzire o di morire.
Per la gestione e la cura degli attacchi di panico è sempre necessario intraprendere un percorso di psicoterapia utile a comprendere meglio se stessi, i propri vissuti ed eventuali conflitti sottesi.
Ma come si può gestire l’ondata di panico proprio nel momento in cui arriva? Cosa fare per sopravvivere a quel terribile momento?
- Concentrati sul respiro. L’iperventilazione peggiora i sintomi.
- Rilassa il corpo. La tensione muscolare non aiuta il corpo a smaltire gli ormoni dello stress.
- Riconosci che stai avendo un attacco di panico. Non stai morendo, non stai impazzendo e non stai avendo un infarto. Dai al tuo corpo il tempo, queste sensazioni passeranno.
- Distrai i tuoi sensi: tocca qualcosa di morbido, annusa qualcosa di buono, guarda qualcosa che ti rende felice, ascolta musica rilassante.
PANICO – L’attacco di panico
Che cos’è un attacco di panico?
Un attacco di panico è un’improvvisa ondata di estremo malessere, paura e ansia che causa sintomi fisici e psicologici. Il livello di paura sperimentato non è realistico, è sproporzionato rispetto agli eventi o alle circostanze che hanno innescato l’attacco. Inaspettato e imprevedibile, l’attacco di panico porta la persona a sentirsi indifesa e vulnerabile. Si temono futuri attacchi e, di conseguenza, si modifica il proprio stile di vita fino ad evitare situazioni, luoghi o persone. L’attacco di panico può verificarsi anche mentre si dorme provocando risvegli improvvisi accompagnati da sentimenti di paura e terrore. Quando gli attacchi di panico sono frequenti e ripetuti nel tempo generalmente indicano un disturbo di panico.
Sintomi dell’attacco di panico
I sintomi fisici dell’attacco di panico possono includere dolore o malessere a livello toracico, palpitazioni o battito cardiaco accelerato, respiro affannoso o sensazione di soffocamento, sudorazione, tremori, nausea, vertigini, intorpidimento o formicolio, vampate
TRAUMA – 4 segnali del trauma
Gli eventi traumatici si presentano in molte forme. Il trauma può essere rappresentato dall’improvvisa perdita di una persona cara, dall’abuso fisico e/o psicologico, dall’abbandono, dalla perdita del lavoro, da un incidente, da calamità naturali e pandemie, da gravi malattie o da qualsiasi altro tipo di situazione tragica e inquietante. È qualcosa di straordinario che si traduce in uno shock emotivo, sia per chi lo subisce direttamente sia per chi vi assiste. Ansia, attacchi di panico, disturbi del sonno, senso di impotenza, affaticamento, iper-vigilanza, irrequietezza, instabilità emotiva, palpitazioni sono alcuni dei segnali fisici e psicologici che possono provare le persone traumatizzate. Questi sintomi possono nascere subito dopo l’evento traumatico ma, in alcune persone, possono manifestarsi anche dopo diversi mesi o anni. Detto ciò, è importante non sottovalutare la propria sofferenza e, in particolare, prestare attenzione a quattro segnali propri del disturbo post-traumatico da stress.
1. Flashback
La persona rivive il trauma attraverso incubi notturni o ricordi invadenti ed an
DEPRESSIONE – Spiegando la mia depressione a mia madre: una conversazione
Opera originale: “Explaining my depression to my mother: A conversation” di Sabrina Benaim
«Mamma, la mia depressione è un mutaforma. Un giorno è piccola come una lucciola nel palmo di un orso, il giorno successivo è l’orso. In quei giorni mi fingo morto fin quando l’orso non mi lascia in pace. I giorni difficili li chiamo “giorni bui”.»
Mamma dice: «Prova ad accendere delle candele.»
Ma quando vedo una candela vedo l’interno di una chiesa, il barlume di una fiamma, scintille di una memoria più giovane di mezzogiorno. Sono in piedi accanto alla sua bara aperta. E’ il momento in cui comprendo che tutti quelli che conoscerò prima o poi moriranno.
«Vedi mamma, non ho paura del buio… forse questa è una parte del problema.»
Mamma dice: «Pensavo che il problema fosse che non riesci ad alzarti dal letto.»
«Non posso, l’ansia mi tiene in ostaggio dentro casa mia, dentro la mia testa.»
Mamma dice: «Da dove viene quest’ansia?»
ansia, depressione, infelicità
ANSIA – Genitori ansiosi o bambini stressati?
8 modi per gestire la situazione
Stati d’ansia o esperienze di stress sono sempre più comuni anche nei bambini. Come si possono aiutare i propri figli ad affrontare questi stati emotivi?
1. Incoraggiare i bambini ad affrontare ed esprimere le paure
Quando si prova paura, cercare di evitarla può diventare un automatismo. Tuttavia, fuggire dalle situazioni ansiogene contribuisce a mantenere alto il livello d’ansia. Invece, quando un bambino vive e sperimenta i propri timori, l’ansia percepita si riduce spontaneamente nel tempo. Il corpo umano non è programmato per rimanere in uno stato d’ansia per lunghi periodi, infatti, l’agitazione si riduce entro 20-45 minuti se si sceglie di affrontare la situazione ansiogena. E’ inoltre fondamentale invitare il bambino ad esprimere il proprio stato d’animo ed essere aperti e disponibili all’ascolto. Se il bambino sente preoccupazione o spavento non è di alcun conforto rispondergli “No, non lo sei!”. In questo modo gli si fa credere che non lo si sta ascoltando e, peggio ancora, si consolida il lui la percezione
DEPRESSIONE – I tre volti della depressione
La maggior parte delle persone usa la parola “depressione” per descrivere molte esperienze distinte e separate quali il dolore, la delusione, momenti di infelicità, la reazione ad un evento spiacevole ecc…
Quando utilizzo il termine “depressione” mi riferisco alla “depressione clinica”, il tipo di sofferenza mentale ed emotiva che viene diagnosticata da uno specialista della salute (psicologo, psicoterapeuta, medico psichiatra). Ho visto tante persone depresse nel corso degli anni e sulla base della mia esperienza ritengo plausibile delineare le radici della loro sofferenza in tre differenti aree, che non sempre sono da considerarsi distinte ma spesso si sovrappongono e si mescolano in vari modi.
Di seguito propongo una riflessione su 3 tipi di depressione e sulle loro origini, con l’intenzione di delinearne meglio le caratteristiche.
1. La rabbia post-bellica
A cominciare da Freud, gli psicoterapeuti hanno frequentemente notato il collegamento tra rabbia e depressione descrivendo questo specifico stato emotivo come “la rabbia rivolta all’interno”.
INSONNIA – Insonnia: un possibile approccio risolutivo
L’approccio costruttivo personalizzabile e la comprensione del disagio
Un buon riposo notturno è fondamentale per la salute. Per alcune persone, purtroppo, una notte insonne è la norma: da una recente indagine più di 12 milioni di persone in Italia soffrono infatti di Disturbi del Sonno.
Per disturbo del sonno si intende quella condizione in cui i ritmi del sonno sono anomali al punto da interferire con il corretto funzionamento fisico, mentale ed emotivo: lo stress o l’ansia possono essere la causa di una notte insonne ed anche di una serie di altri problemi. Insonnia è il termine clinico che descrive la difficoltà ad addormentarsi e/o a mantenere il sonno, a svegliarsi troppo presto senza riuscire a riprendere sonno o all’impossibilità di sentirsi riposati al risveglio.
I disturbi del sonno non dipendono solamente dalle abitudini e dallo stile di vita ma molto spesso hanno origine psicologica. Angoscia, ansia, depressione, stress e preoccupazioni influiscono sul nostro stato d’animo sia nel